
Nel mio percorso ho imparato a interpretare i tarocchi oltre che strumenti di divinazione, ma come mezzi per entrare in contatto con il nostro inconscio. Lungi dall’essere semplicemente un metodo per “prevedere” letteralmente il futuro, come spesso si crede nello stereotipo comune, i tarocchi permettono di accedere a quella che potremmo definire una “sensibilità collettiva”: una connessione con ciò che non conosciamo e di cui non abbiamo alcuna consapevolezza cosciente, ma che possiamo intuire, seppur in minima parte, attraverso barlumi e spiragli di informazioni sul momento presente.
Attraverso i tarocchi è possibile entrare in contatto con una dimensione in cui il nostro io cosciente, legato alla materia del corpo, incontra l’inconscio, che potremmo definire come l’antimateria dell’anima. Questa polarità – il rapporto tra ciò che siamo e l’anima, sfaccettata e multiforme – si manifesta attraverso un’istantanea del momento presente, un disegno unico che i tarocchi aiutano a decifrare.

Questo non implica necessariamente un legame tra il mondo dei vivi e quello dei morti, ma piuttosto una connessione con “l’altro” che i tarocchi rappresentano. L’uso di tecniche di channeling può aiutare a mantenere questo tipo di contatto durante la lettura.

Lascia un commento